La Corte Costituzionale precisa che il consenso informato va inteso quale espressione della consapevole adesione al trattamento sanitario proposto dal medico, quindi si configura come un vero e proprio diritto della persona. Il magistrato, Dott. Gianfranco Iadecola, evidenzia l’importanza del rispetto del consenso del paziente, inteso come acquisizione da parte dello stesso ma preceduto dall’informazione.
Non vi è consenso se non c’è informazione.
Il consenso informato ha precisi caratteri perché deve informare il paziente in modo puntuale e preciso, queste accresceranno in base alla difficoltà della diagnosi e della prognosi, maggiori saranno i rischi e le complicanze più dettagliata dovrà essere l’informazione. Questo perché solo quando il paziente sarà a conoscenza sulle possibili conseguenze e sui rischi eventuali potrà essere pienamente consapevole e scegliere in assoluta autonomia. Un altro elemento indispensabile per l’acquisizione del consenso è la capacità di intendere e volere del paziente.
La giurisprudenza precisa che l’informazione oltre ad essere puntuale ed esaustiva, deve sostanziarsi in spiegazioni adeguate al livello culturale del paziente, con l’adozione di un linguaggio che tenga conto del suo particolare stato soggettivo e del grado delle conoscenze specifiche di cui dispone.
E’ importante ricordare che il consenso deve essere acquisito in forma scritta, perché sarà onere del medico provare di aver adempiuto a tale obbligazione, in caso di contenzioso.
La funzione del consenso informato è indispensabile per il medico, perché un consenso informato correttamente acquisito trasferisce il rischio delle complicanze dal medico al paziente che non potrà chiamare a rispondere il sanitario nel caso in cui la complicanza dovesse concretizzarsi.
Videointervista concessa in esclusiva alla Non Solo Meeting.